Il giorno 11 gennaio 2018, alle ore 17.30, a Palazzo Tursi nel Salone di Rappresentanza, si è tenuto l’ Incontro Distrettuale
sul tema
HA UN SESSO IL CERVELLO?
Tavola rotonda di neuroscienze
organizzato dalle Sezioni Genova e Savona
Ha introdotto
Prof.ssa Lourdes Velázquez Docente di Bioetica dell’ Università Panamericana Città del Messico
Relatori
Prof. P. Alberto Carrara L.C. Scienziato e Neurobioeticista
docente presso Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e Università Europea di Roma
Avv. Raffaella Femia Past President Fidapa BPW Italy Sezione Savona
Member Bpw Europe Policy Advisor
Dott.ssa Rossana Sarli Ginecologa
Prof.ssa Luisella Battaglia Fondatrice dell’Istituto Italiano di Bioetica
Sono state presenti per la Fidapa
Giuseppina Bombaci Regional Coordinator BPW Europe e Past President Nazionale Fidapa BPW Italy
Grazia Mura Presidente Distretto Nord Ovest Fidapa BPW Italy
Adelina Vassallo Presidente Fidapa BPW Italy Sezione Genova
Marcella Desalvo Presidente Fidapa BPW Italy Sezione Savona
Marinella Accinelli Past President Fidapa BPW Italy Sezione Genova
Sono intervenuti
Stefano Balleari Vicesindaco del Comune di Genova
Dott. Matteo Rosso Presidente della Commissione Salute e Sicurezza Sociale della Regione Liguria
L’incontro è nato dalla volontà di concretizzare un’idea nata la scorsa estate a Marinella Accinelli, allora presidente della Sezione Genova, e proposta alla omologa di Savona Raffaella Femia. Le attuali Presidenti Adelina Vassallo e Marcella Desalvo hanno deciso concordemente e con entusiasmo di portare avanti quest’ idea, non solo per l’argomento di estremo interesse ed attualità, ma conoscendo il valore e la fama internazionale dei relatori.
Ha aperto i lavori il Prof. Alberto Carrara il quale ha sviluppato un intervento interdisciplinare su quell’aspetto costitutivo della persona umana che è la sua sessualità alla luce delle più recenti ricerche neuroscientifiche. Un tema che suscita contrasti di opinione e molteplici domande non solo scientifiche, etiche, ma pone anche questioni di rilevante carattere sociale, psicologico e medico, soprattutto in considerazione delle prospettive di evoluzione che le tecniche di studio del cervello stanno già manifestando.
L’ Avv. Raffaella Femia ha affrontato il tema dell’ incontro sotto il profilo dell’ applicazione delle neuroscienze nel campo giuridico, soprattutto con attenzione ai primi tentativi nella prassi giurisprudenziale e processuale sia a livello nazionale che internazionale.
La Dott.ssa Rossana Sarli ha svolto il suo intervento sotto il profilo della disciplina medica e biochimica, con particolare riguardo allo studio del comportamento delle molecole cerebrali in relazione alle variazioni energetiche (dovute a fattori ambientali, assunzione di farmaci, agenti inquinanti, fattori nutrizionali, stress).
A chiusura la Prof.ssa Luisella Battaglia ha svolto un profondo intervento sulle implicazioni bioetiche di questi temi e sulle questioni che essi pongono all’ uomo di oggi, nella prospettiva futura.
Foto di gruppo dei protagonisti del Convegno
Da sinistra: Adelina Vassallo. Marcella Desalvo, Giuseppina Bombaci, Grazia Mura,
Marinella Accinelli, Alberto Carrara, Stefano Balleari, Lourdes Velázquez, Rossana Sarli,
Raffaella Femia.
I relatori e i loro interventi
Alberto Carrara, L.C.
Coordinatore del Gruppo di Neurobioetica (GdN) e Fellow della Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani – Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (Roma)
Il professor Carrara ha affrontato una riflessione interdisciplinare su quell’aspetto costitutivo della persona umana che è la sua sessualità alla luce delle più recenti ricerche neuroscientifiche contemporanee. Il percorso, anche metodologico, cerca di cogliere la realtà sessuata dell’essere umano indagandola in modo tale da lasciare che lo sguardo venga orientato dai dati forniti oggigiorno dalla ricerca sul cervello. Il fine di questa riflessione è quello di penetrare maggiormente nell’essenza della natura umana e nel suo essere sessuata.
Dopo un’introduzione alla questione dell’identità sessuale, al contesto postcontemporaneo e allo status quaestionis, si è addentrato nella considerazione della possibilità che le recenti conquiste delle neuroscienze abbiano di proporre una visione equilibrata, per nulla de-umanizzante, della natura umana sessuata nelle sue due varianti costitutive maschile e femminile. Il quesito di fondo che si è cercato di sviscerare attraverso la presentazione, analisi e commento delle più significative ricerche neurobiologiche è se le neuroscienze possano supportare il fatto che la differenza sessuale non sia soltanto genetica, ormonale, fenotipica (gonadi e caratteri sessuali secondari), ma anche e significativamente neurobiologica, tanto da poter sostenere la presenza di un “cervello sessuato”, maschile e femminile. Sono state prese in considerazione le recentissime visioni su quello che è stato denominato il “cervello a mosaico” (Mosaic Brain) per quanto riguarda le caratteristiche sessuali a livello cerebrale.
Questa prospettiva ha contribuito ad arricchire un settore della ricerca neuroscientifica e della riflessione antropologica estremamente affascinante ed interessante. Nella nostra dimensione sessuale, tratto costitutivo della persona umana, non giocano soltanto o esclusivamente fattori causali e/o originanti di ordine estrinseco, come per esempio, fattori sociali e culturali, bensì, come le neuroscienze ci aiutano a capire, l’essere umano ha anche dimensioni biologiche e, nello specifico, neurobiologiche che lo accompagnano in maniera altrettanto costitutiva ed essenziale e di cui deve tener conto all’ora di porsi in relazione con se stesso, con l’ambiente circostante e nel momento in cui compie scelte e opzioni di vita.
Avv. Raffaella Femia
Past President Fidapa BPW Italy Sezione Savona, Member Bpw Europe Policy Advisor
Le neuroscienze e la bioetica sono entrate nelle aule dei Tribunali. In particolare, le neuroscienze involgono un differente approccio del processo, laddove si debba indagare se effettivamente la condotta sia stata effetto di percorsi del sistema nervoso attraverso i processi decisionali del cervello umano, viziati da qualche anomalia (genetica, neurologica ecc.).
A fronte della già avviata esperienza statunitense, i Giudici italiani si sono già confrontati con esse e abbiamo già potuto osservare che già in alcuni casi (Tribunale di Trieste e Tribunale Como, i più noti) i metodi diagnostici tipici delle neuroscienze sono stati utilizzati per la valutazione della condotta dell’imputato, ai fini della valutazione della imputabilità, ovvero della quantificazione della pena, non senza però suscitare alcune voci critiche, innestandosi su di un sistema che presume tout court l’imputabilità del maggiorenne, salvo la prova contraria dell’assenza di capacità di intendere e di volere.
Le neuroscienze possono essere applicate sia in capo civile, che in campo penale, pur avendo trovato un primissimo naturale sbocco nelle richieste delle difese degli imputati nel processo penale. Occorre però sottolineare che la peculiare qualità dei detti mezzi di indagine diagnostica, che involgono una notevole invasività sulla persona, può incontrare limitazioni, tanto da necessitare del consenso ex art. 188 codice di procedura penale italiano, nonché la non violazione dei diritti umani ed il rispetto della dignità personale, anche ai sensi delle convenzioni internazionali ed europee.
In ogni caso, come anche dimostrano gli esiti, emergono difficoltà di valutazione in sede decisionale e di motivazione in sentenza, tanto da suggerire l’ opportunità di codificare alcune regole in materia.
Nel processo civile sono particolarmente attenzionate nei procedimenti che riguardano la capacità di intendere e di volere (amministrazione di sostegno, inabilitazione ed interdizione, nonché in alcune situazioni inerenti il diritto di famiglia).
Trattasi pertanto di un processo avviato ed in itinere, da osservare, valutare nel progressivo impatto ed affrontare interdisciplinariamente, al fine di reperire una soluzione regolamentativa, seppure di soft law (ad es. protocolli, codici di condotta, best practices, ecc).
Dott.ssa Rossana Sarli
Medico Ginecologa
L’ intervento della Dott.ssa Sarli affronta soprattutto aspetti legati alla biochimica.
Le molecole dell’acqua negli organismi viventi hanno delle proprietà chimiche particolari e sono in equilibrio tra uno stato di carica positiva ed una carica negativa con una “costante” che viene chiamata “di equilibrio” di questi due stati.
L’ acqua gioca un ruolo di primo piano nei processi biologici: la maggior parte delle reazioni chimiche che avvengono nei viventi sono in fase acquosa che è il vero mezzo di comunicazione tra le cellule e regolatore di tutte le funzioni. Il ruolo fondamentale per lo svolgersi della vita si deve in parte alle caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua.
In particolare vi è l’evidenza che l’acqua attorno alle proteine rivesta un ruolo fondamentale per “generare la loro strutturazione” e “guidare” le specifiche modalità di legame.
In base a questa nuova visione si possono analizzare le specifiche molecole, come gli ormoni sessuali, valutandoli con una risposta biologica non solo guidata dalla attività scontatamente solo chimica.
Gli ormoni sessuali traggono origine da una molecola complessa che a sua volta deriva da molecole più semplici che appartengono alla famiglia degli idrocarburi.
Pertanto le variazioni energetiche nel contesto dell’acqua extra ed intracellulare possano giocare un ruolo importante sulla configurazione delle molecole che sono all’interno di questo spazio. Variazioni energetiche possono essere determinate da situazioni ambientali, da sostanze xenobiotiche come gli inquinanti o i farmaci, fattori nutrizionali, condizioni legate all’attività dell’asse ipotalamo ipofisi surrene come si verifica nella sua attivazione indotta da condizioni impropriamente di stress. Tutto questo può modificare i meccanismi energetici e quindi indurre sintesi di proteine non corrette.
In conclusione si vuole stimolare con questa relazione ad indagare su meccanismi ancora non ben chiariti della biochimica per cercare di portare con questi nuovi aspetti un contributo aggiuntivo alla loro comprensione. In particolare come variazioni di livelli energetici nell’acqua intracellulare possano creare modifiche di costruzione di molecole importanti e di conseguenza alterazioni nella normale fisiologia dell’organismo e di come questi siano legati all’ambiente in cui viviamo e al nostro stile di vita.
Prof.ssa Luisella Battaglia
Fondatrice dell’ Istituto Italiano di Bioetica
Al centro dell’ intervento l’interrogativo se esistano differenze di genere nei giudizi e nelle valutazioni morali. E’ il nuovo campo aperto dalla neuroetica che mostra una significativa convergenza tra le ricerche sulla ‘voce femminile’ in etica di Carol Gilligan e le più recenti indagini dei neurobiologi e che evidenzia talune specificità del ragionamento femminile, specie in rapporto al tema della ‘cura’. Specificità—occorre sottolineare—da assumere evitando ogni riduzionismo e ogni deriva biologistica e da considerare con apertura critica, facendo rilevare come la valorizzazione delle differenze di genere possa rappresentare un arricchimento per l’individuo, la specie e il contesto sociale.
Altre immagini del convegno
consegna al Prof. Alberto Carrara di una targa per il contributo etico, filosofico e scientifico nel campo della Neuroetica e delle Neuroscienze
Alberto Carrara , Lourdes Velázquez, Marinella Accinelli
il pubblico
Dopo il convegno, la serata si è conclusa con un apericena al ristorante le Cisterne del Ducale.