L istituzione del premio “Genova  Città delle Donne” è stata deliberata il 24 febbraio 2023 dall’ Assemblea delle socie della Sezione Genova  su proposta della Tesoriera Adelina Vassallo  con lo scopo di riconoscere i meriti di una figura femminile nativa o residente a Genova.

 

 

E’ stata quindi individuata come destinataria del premio Sofia Sacchitelli, una studentessa di medicina di 23 anni alla quale era stato diagnosticato  un angiosarcoma cardiaco, tumore raro e aggressivo.

Sofia ha creato l’ Associazione “Sofia nel cuore”, per aiutare con raccolta di fondi  la ricerca per combattere i tumori rari.

 

 

La nostra sezione avrebbe desiderato consegnare il premio direttamente a lei. Non è stato possibile perché la  malattia purtroppo  ha sconfitto Sofia nella notte fra il 19 e il 20 marzo, ma la sua Associazione continuerà a vivere grazie all’ impegno della madre e della sorella che oggi sono presenti e ritireranno il premio.

Per meglio conoscere Sofia riportiamo queste parole, postate sulla pagina Instagram della sua associazione.

“Mi presento, mi chiamo Sofia Sacchitelli, ho 23 anni, sono di Genova e sono una studentessa di medicina del quinto anno.

Il 10 novembre 2021 ho scoperto che l’atrio destro del mio cuore ospitava un’enorme massa di cellule tumorali maligne chiamata angiosarcoma cardiaco, tumore molto aggressivo e attualmente considerato a prognosi infausta. Patologia talmente rara e assurda, con quota di circa 2-3 casi per milione di abitanti, tanto da ritenermi quasi “fortunata” ad esserne stata colpita.

Mi ci sono voluti diversi mesi per riuscire a pronunciare quell’orrenda parola senza la voce tremolante e senza essere percossa da un brivido lungo la schiena.

Parto dal presupposto che la mia filosofia di vita fin da piccola, ogni volta che mi capitava qualcosa che mi faceva sentire sfortunata, oppure che ritenessi ingiusta, è sempre stata “le tragedie nella vita sono altre”.

In seguito alla diagnosi e dopo essere stata dichiarata l’ inoperabilità del mio tumore, vista la sede e di conseguenza l’impossibilità di asportare l’organo, mi è risultato più difficile applicare la mia filosofia.

Dopo un iniziale momento di rabbia e sconforto ho cercato, tra un ciclo di chemioterapia e l’altro, di continuare a condurre una vita il più normale possibile, per il bene e la salute mentale mia e della mia famiglia.

Già la vita è breve e se la mia lo è ancora di più, meglio godersela e fare ciò che ti rende felice.

Sempre circondata dal supporto dei miei genitori, di mia sorella Ilaria, del mio ragazzo Nicolò e dei miei amici più cari, ho vissuto il mio percorso di cura nel modo più sereno possibile.

La malattia mi ha permesso di provare sensazioni mai conosciute prima, non solo negative; di scoprire la personalità e la profonda sensibilità di alcuni, a differenza di altri che invece si sono tirati indietro, non sapendo come affrontare la situazione, ma che comunque non condanno.

Oggi non sono qui a lamentarmi di quanto il cancro faccia soffrire o quanto sia stata sfortunata ad esserne colpita perché purtroppo ogni giorno migliaia di bambini, ragazzi e giovani adulti come me combattono duramente le loro battaglie.

Ho sempre amato la vita, adoravo riempirmi le giornate di impegni e circondarmi di persone positive. Non ho mai avuto rimpianti e grazie al sostegno e ai sacrifici dei miei genitori sono sempre riuscita a fare tutto ciò che mi rendesse felice e mi facesse stare bene.

Il destino purtroppo mi ha impedito di realizzare tutti i progetti che avevo in mente: diventare medico, sposarmi, avere dei bambini, passare dei momenti con le persone che amo, andare a vedere la Samp con mio papà e mia sorella, viaggiare, accudire i miei genitori da anziani e invecchiare.

Il pensiero più angoscioso e tormentoso per me rimane il fatto che due genitori rimarranno senza la loro creatura, una ragazza senza la sua adorata sorella minore e un ragazzo senza l’amore della sua vita; a questo non riuscirò mai a trovare una giustificazione che mi dia pace.

Il mio unico vero desiderio sarebbe quello di fare anche solo un piccolissimo passo avanti nella ricerca e sulle conoscenze di una malattia estremamente rara come l’angiosarcoma cardiaco.

Avendo colpito me personalmente mi riesce veramente difficile rimanere indifferente; soprattutto per tutte le persone e le famiglie che si sono sentite spaventate, abbandonate e sconfortate al momento della diagnosi, come è capitato a noi. Tutto questo ovviamente è alimentato dal fatto che sono una studentessa di medicina e dalla mia profonda fiducia nella ricerca. Magari non darà risultati grandiosi, ma vorrei comunque provarci.

Il mio sogno sarebbe che nessuno mai più ricevesse una sentenza di morte come è capitato a me e a tutte le persone che hanno lottato contro la stessa malattia.

Sono perfettamente consapevole del fatto che gli studi di ricerca si concentrino di più sui tumori con incidenza maggiore sulla popolazione, come è logico che sia.

Quello che ho deciso di realizzare è una raccolta fondi in cui verserò tutti i miei risparmi guadagnati da studentessa lavoratrice. Chiunque vorrà potrà contribuire, anche in minima parte, a raggiungere questo obiettivo.

La raccolta sarà finalizzata a studi di ricerca sugli angiosarcomi realizzati da parte dell’Italian Sarcoma Group per permettere una cura e una qualità di vita migliori nei pazienti affetti da questa patologia.

Concludo citando una frase di John Lennon:

“LA VITA È CIÒ CHE TI SUCCEDE MENTRE SEI OCCUPATO A FARE ALTRI PIANI”

Grazie a tutti per l’attenzione e per l’affettuoso sostegno che mi avete sempre dato.

Sofia Sacchitelli”

 

La targa – premio dedicata a Sofia

 

 

La cornice che fa da contorno alla targa è decorata con i fiori di calla: tale fiore  è presente nel logo della nostra sezione ed è stato scelto nel 2019 a seguito  di un accordo stipulato  fra la nostra sezione e il Dipartimento di Architettura e Disegn DAD  dell’ Università di Genova  per l’ ideazione da parte di studenti universitari di tale Dipartimento di una identità visiva dedicata al tema “Genova città delle donne”.

 

La consegna del premio

 

Da sx  Simona Firpo, la sorella e la mamma di Sofia, Adelina Vassallo

 

Il pubblico presente