Questa diretta si è svolta nell’ambito di incontri periodicamente curati e condotti dalla Dott.ssa Chiara Panero Responsabile presso il Centro per non subire violenza di Genova Via Cairoli del progetto “Casa rifugio ad indirizzo segreto” e ha avuto lo scopo di condividere con la nostra associazione le finalità di tutela e difesa delle donne oggetto di violenza.

La nostra Presidente Elena Bormida, dopo avere presentato Fidapa e la sua mission, ha parlato della collaborazione fra le due Associazioni incominciata circa un anno fa in occasione del 25 novembre 2019 nell’occasione della “Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
In questo giorno Regione Liguria e Comune di Genova avevano realizzato presso Galleria Mazzini un’installazione costituita dai caratteri componenti l’hashtag #nessunascusa, per unirsi al grande “NO” mondiale contro la violenza di genere.
Scuole, associazioni, centri antiviolenza e tutta la cittadinanza erano stati invitati alle ore 12,00 a partecipare per apporre sulle grandi lettere alte 6 metri migliaia di post-it colorati con l’hashtag #nessunascusa e chi lo desiderava poteva firmare il proprio post-it e aggiungere un pensiero sul tema della violenza di genere, un piccolo gesto che, seppur simbolico, voleva essere uno stimolo per fermarsi un momento e affermare che non esiste nessuna scusa per questo tipo di violenza.
Altra occasione di incontro era stata l’8 gennaio 2020 nel corso del nostro primo Mercoledì della Fidapa in cui grazie a Laura Fasce che, oltre ad essere nostra socia, presta opera di volontariato presso il Centro, è intervenuta la stessa Chiara Panero insieme a Laura Toni, coautrice del libro “La casa rifugio ad indirizzo segreto” la cui vendita ha lo scopo di sovvenzionare tale progetto. Di queste case, destinate a donne in fuga dalla violenza domestica a volte con prole al seguito, spesso non si conosce l’esistenza. E’ molto utile pertanto divulgare la loro conoscenza e in tal senso, secondo Chiara Panero, l’incontro di mercoledì 8 Gennaio è stato molto utile.

Dopo, a causa della pandemia da Covid-19, è iniziato il lockdown che ha comportato per molte donne una convivenza forzata con il partner maltrattante.

Nel corso dell’incontro la Dott.ssa Panero ha chiesto come Fidapa in questo triste periodo avesse cercato di porre un argine al disagio di molte donne oggetto di violenza sia psicologica che fisica.
Elena Bormida riferisce che la Fidapa Nazionale si era fatta promotrice della Campagna Nazionale #iorestoacasaSICURA. La campagna si era sviluppata nel corso di quattro settimane, ciascuna contrassegnata da una card di diverso colore che riportava i numeri telefonici a cui rivolgersi per ottenere aiuto (il 1522 e il 112) con l’invito che chi fosse venuto a conoscenza di episodi di violenza si facesse portavoce della denuncia e non rimanesse indifferente: ”Chiama tu, Lei non può”.

Chiara Panero ha affermato di essere rimasta favorevolmente colpita del fatto che sulla pagina Facebook della nostra Sezione sia stata pubblicata la relazione nazionale di governance dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio, che mette in evidenza la necessità di ottenere dallo Stato, secondo una programmazione triennale e non annuale, più risorse per le case rifugio e per le attività poste in atto per contrastare la violenza contro le donne. Tale relazione è stata approvata dal Senato e ha ottenuto il parere favorevole del Governo.

Considerata la sensibilità che Fidapa ha dimostrato verso la tematica del contrasto alla violenza contro le donne, ha quindi chiesto alla nostra Presidente di illustrare altre iniziative della Sezione Genova.
Elena ha allora parlato di un documento che la Sezione Genova ha sempre sostenuto, ovvero la Carta dei Diritti della Bambina, approvata durante il Congresso della BPW Europa tenutosi a Reykjavik nel 1997.
Nella stesura più recente la nuova Carta, approvata il 30 Settembre 2016 dal Meeting delle Presidenti BPW durante la Conferenza Europea di Zurigo, intende affermare e tutelare i diritti delle donne fin dalla nascita: le bambine infatti devono essere aiutate, protette e formate in modo che possano crescere nella piena consapevolezza del proprio valore, dei propri diritti e dei propri doveri.
La Carta è stata sottoscritta in Liguria dal Comune di Genova e da numerosi altri comuni.
Fidapa è inoltre capofila del Comitato Interassociativo della Carta dei Diritti della Bambina cui fanno capo numerose associazioni e di cui è referente la nostra socia Adele De Leo.
In relazione alle finalità della carta, Elena sottolinea che la nostra Sezione è particolarmente interessata all’educazione alla parità, al superamento degli stereotipi di genere e al contrasto dell’utilizzo dell’immagine della bambina in pubblicità nocive per la sua salute e la sua dignità.

A questo proposito fa presente che il 5 ottobre 2019, in occasione della  2^ edizione degli Stati Generali dell’Educazione, la nostra Sezione ha partecipato con un testo a cura di Adele De Leo ad una rappresentazione teatrale dal titolo: “Genesi di un rapporto malato: dallo stereotipo alla violenza” sul tema dei condizionamenti  di cui sono vittime inconsapevoli i figli, in particolare le femmine, come conseguenza di  certi modelli stereotipati impartiti dalla stessa  famiglia e che, in alcuni casi, quelli più  estremi, generano  l’humus su cui proliferano i germi della violenza e del femminicidio. Fra gli attori lei stessa e la socia Marinella Accinelli.
Chiara Panero fa presente che il Centro per non subire violenza è interessato al tema degli stereotipi di genere avendo un
gruppo che si occupa di tale argomento. Pertanto anche su tale tema c’è concordanza di interessi.

Un altro argomento da affrontare è quello molto attuale della violenza attraverso i social: vengono rubate immagini che
vengono utilizzate per video pornografici (revenge porn) oppure viene messo in atto il catcalling, le cosiddette molestie di strada che consistono in commenti, apprezzamenti e avances persistenti. L’obiettivo dei centri antiviolenza è offrire alle ragazze che si trovano coinvolte in queste situazioni un’assistenza legale.

Come collaborare in futuro? Chiede Chiara.

Elena Bormida risponde che la collaborazione è certamente possibile perché Fidapa con la sua diramazione è una rete e che per quanto per Statuto non faccia service, può certamente aiutare le donne che sono dipendenti economicamente dal partner a reinserirsi nella vita lavorativa nonché sostenere i progetti dei centri antiviolenza e fare in modo che le donne sappiano che cosa questi centri sono in grado di fare per loro.