L’ incontro viene introdotto dalla Presidente Elena Bormida che presenta i due relatori la Prof.ssa Paola Boschieri, antropologa e docente presso il Liceo P. Gobetti di Genova e il Prof. F.ederico Donelli, docente di Relazioni Internazionali Mediorientali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Genova.

Sono già stati relatori nel Convegno organizzato dalla nostra Sezione il 22 novembre 2019 sul tema “Donne Curde e Diritto alla libertà – In Memoria di Hevrin Khalaf”.  Da questo momento i due studiosi hanno iniziato una proficua collaborazione da cui è scaturito l’argomento dell’incontro odierno dedicato a quattro donne Anna Maria Mozzoni, Lina Bianconcini Cavazza, Gertrude Bell e Zaynab al-Ghazali, non particolarmente note ai più, ma che hanno lasciato qualcosa di tangibile.
Il loro comune scopo è stato impegnarsi per l’emancipazione della donna e il riconoscimento dei diritti civili, in periodi e contesti in cui c’era molta resistenza a concederli.

Considerato che le quattro figure femminili, come già detto, non sono particolarmente conosciute, la Presidente invita la socia Antonella Traverso a fare da moderatrice essendo vicedirettrice di “Mnemosine”, una collana libraria edita da Nicosia dedicata a “Donne nell’Ombra”, personaggi femminili trascurati o dimenticati, ma che hanno fornito un contributo in termini di dedizione, amore e coraggio.

Anna Maria Mozzoni e Lina Bianconcini Cavazza vengono presentate dalla Prof.ssa Paola Boschieri la quale sottolinea il contesto sociale in cui sono vissute: fino alla fine dell’Ottocento, soprattutto nel mondo cattolico, la donna era concepita come angelo del focolare; eventuale attività lavorativa che poteva intraprendere era quella di insegnante o infermiera che dava loro il riconoscimento di una individualità pubblica solo di tipo accuditivo.

 

ANNA MARIA MOZZONI
(Milano 1837 – Roma 1920)

 Anna Maria Mozzoni nasce a Milano nel 1837 ed è stata una giornalista italiana, attivista dei diritti civili e pioniera del movimento di emancipazione delle donne in Italia.
Appartiene a una famiglia aristocratica economicamente un po’ decaduta. Di grande personalità molto libera si avvicina al pensiero di Fourier e Mazzini e ai grandi teorici dell’emancipazione femminile.
Ha un legame forte con la nostra città e, inizialmente convinta mazziniana poi repubblicana,  diviene amica di Giorgina Saffi, moglie di Aurelio Saffi, l’erede politico di Mazzini.
Uno dei suoi primi scritti sul tema delle donne è La donna e i suoi rapporti sociali da lei pubblicato nel 1864 e dedicato alla madre che ha avuto un ruolo importante nella sua formazione, ma da cui poi si distacca per definire un proprio percorso personale.
In riferimento ai diritti delle donne è la prima a sottolineare l’importanza del lavoro femminile.  Altri temi rivendicativi da lei affrontati sono il diritto all’istruzione, al voto e la riforma del diritto di famiglia, finora molto limitativo nei riguardi delle donne che, per poter svolgere azioni anche in campo testamentario e giuridico erano sottoposte al controllo dei padri se non sposate, altrimenti dei mariti.
Gli anni fra il 1870 e il 1879 sono molto importanti per lei: nel 1870 viene chiamata ad insegnare Filosofia Morale presso il prestigioso Liceo femminile «Maria Gaetana Agnesi»; nel 1871 inizia a organizzare conferenze su Genova e Firenze.
Dal 1877 lotta per il diritto al voto e, nel 1878, rappresenta a Parigi l’Italia al Congresso Internazionale per i Diritti della Donna; nel 1879 fonda la “Lega promotrice degli interessi femminili”.
Negli ultimi anni della vita si avvicina al partito socialista ma, per mantenere la propria indipendenza, non entra mai a far parte di partiti politici. Conosce Anna Kuliscioff Turati con cui diventa amica, ma da cui poi si discosta in quanto non accettava una differenziazione salariale fra uomini e donne e lo sfruttamento della donna che molti movimenti sindacali e la Kuliscioff stessa invece accettavano pur di vedere riconosciuti in qualche modo altri diritti civili.
Collabora fra il 1870 e il 1890 al giornale “La donna” che vuole affermare i diritti della donna soprattutto legati al diritto all’istruzione.
Per definire sinteticamente Anna Maria Mozzoni, è stata un’attivista che ha sempre lottato per il riconoscimento della donna come soggetto che partecipa attivamente alla dimensione sociale.

 

LINA BIANCONCINI CAVAZZA
(Bologna 1861 – Bologna 1942)

Di appartenenza aristocratica come Anna Maria Mozzoni, Lina Bianconcini Cavazza è stata una figura ante litteram di donna imprenditrice che però ha voluto utilizzare la propria posizione per aiutare classi sociali meno privilegiate, ma che volevano migliorare la loro condizione.
E’ stata la prima donna ad aprire una scuola di merletto indirizzata a ragazze povere e anche a religiose che avevano un ruolo in questa attività.
All’epoca molte ragazze traevano una fonte di guadagno da questa produzione artigianale.
Lina Bianconcini Cavazza fonda un’Associazione, la Aemilia Ars, che poi divenne una Cooperativa Femminile in cui queste donne compartecipavano ai guadagni, potendo contestualmente continuare ad occuparsi della famiglia.
La scuola di merletto rappresenta un unicum dal punto di vista del recupero di stilemi del passato con la creazione da parte della sua fondatrice di una sorta di archivio storico relativo a quest’arte.
Molto importante fu il suo salotto culturale che ospitava importanti personalità quali Carducci e Fogazzaro: i salotti definiscono una connotazione della donna che non ne è solo regina,  ma che si fa promotrice di una azione sociale.
Durante la Prima Guerra Mondiale creò anche il primo ufficio con un’organizzazione  sviluppata su tutto il territorio nazionale che si occupava di far arrivare ai familiari le notizie dei propri cari al fronte.

 

Gertrude Bell e Zaynab al-Ghazali sono invece presentate dal Prof. Federico Donelli.

Sono due donne molto diverse: Gertrude Bell è una donna dell’Ottocento che vive in epoca tardo-vittoriana, Zaynab al-Ghazali è una araba attivista, ma entrambe hanno lasciato un’impronta indelebile nelle vicende storiche del Medio Oriente anche se trovano poco riscontro nei libri di storiografia e nella letteratura.
Le loro vite si sfiorano soltanto in quanto Zaynab al-Ghazali nasce nel 1917 allorché la vita di Gertrude Bell sta volgendo al termine.

 

GERTRUDE BELL
(Washington Hall, 1868 – Baghdad, 1926)

Appartenente a una famiglia benestante e di temperamento ribelle, riesce a iscriversi a Oxford dove non tutte le Facoltà erano aperte alle donne; sceglie Storia Moderna e si laurea con il massimo dei voti. Dopo la Laurea decide di voler conoscere il mondo e inizia a viaggiare. Scopre la sua passione per l’Archeologia, studia le lingue e si innamora del Medio Oriente.
Allora il Medio Oriente era ancora impero ottomano, la zona desertica della Penisola arabica era quasi sconosciuta. Gertrude Bell sarà la prima donna ad esplorare questa zona.
Acquisisce conoscenze e diventa cartografa: le sue carte acquisiranno importanza durante la Prima Guerra Mondiale. Per le sue conoscenze diventa spia per gli Inglesi ed è la prima donna britannica a ottenere il titolo onorifico di “Ufficiale”.
Svolge un compito molto importante nel Medio Oriente durante la rivolta araba, tanto che la sua opera si può considerare pari o anche superiore a quella del ben più noto e iconico colonnello Lawrence.
La sua attività è stata determinante nella costituzione dell’Iraq e diviene consigliera fidata del Re Faisal.  Durante il suo soggiorno a Baghdad emergono però anche alcune ombre in quanto è pur sempre influenzata dal colonialismo britannico.
Nell’ultima parte della sua vita riscopre l’archeologia e fonda il Museo Archeologico di Baghdad.
La causa della sua morte nel 1926 (forse un suicidio) è oggetto di controversie.  Successivamente le viene attribuito il titolo di “madre del moderno Iraq”.

 

ZAYNAB AL-GHAZALI
(Il Cairo Mit Ya’ish 1917 – Il Cairo 2005)

Nasce da una famiglia di commercianti molto benestante: ha la fortuna di avere un padre che, nonostante le rigide consuetudini di famiglia, la lascia studiare.
Zaynab Al-Ghazali decide di sposare la causa delle donne. Siamo in una fase liberale dell’Egitto tra la fine del protettorato britannico e la rivolta dei colonnelli che porterà all’ascesa di Nasser. C’è scambio di idee con il mondo occidentale.
Nel 1928 nasce il primo movimento islamista “I fratelli musulmani”, fondato da Hasan al-Banna.
Zaynab Al-Ghazali inizia una vita attiva in politica e nel 1936 fonda il “Gruppo delle donne musulmane” che avrà un’influenza fondamentale sui “Fratelli Musulmani”.
Il suo è un tentativo di riportare al centro le donne in una cultura che invece riservava loro essenzialmente  il ruolo di madri e mogli: cerca di far capire l’importanza delle donne nella società, nella cultura  e attira così l’attenzione dei “Fratelli Musulmani” che la vorrebbero nel loro partito, ma lei preferisce rimanere indipendente.
A seguito della repressione messa in atto dal Governo Nasser, perde la vita il fondatore dei Fratelli Musulmani Hasan al-Banna. Nel 1954 avrà un ruolo importante nella riorganizzazione del movimento dandogli una struttura che si articola su due livelli: operare nel contesto sociale avendo cura dei poveri e degli emarginati e promuovere la propaganda.
Anche lei diviene però vittima della repressione: oggetto prima di attentati, nel 1964 viene arrestata, torturata e condannata a 25 anni di carcere, ma ne sconterà solo sette. Questi anni sono fondamentali in quanto ci consegnano la sua eredità per il movimento islamista in generale ma anche per il ruolo delle donne. Scrive libri e pamphlet.
Anche sull’operato di Zaynab Al-Ghazali come di Gertrude Bell vi sono punti di criticità:  da una parte lei continua a promuovere l’ emancipazione femminile, ma lascia sempre al centro l’elemento religioso cioè la donna deve acquisire i suoi spazi nella politica, nell’economia, nella cultura senza però dimenticare i propri doveri nell’ambito della famiglia.
Questo atteggiamento non può comunque inficiare il contributo dato al movimento dei Fratelli Musulmani che oggi è uno dei partiti più diffusi nel mondo medio-orientale.