La Presidente Elena Bormida il 24 aprile inviava alle socie il seguente messaggio:

“Mai come in questi mesi usiamo in maniera totalizzante i social, soprattutto Whatsapp.
A tutte noi a volte pare che gestire i gruppi e le chat sia un lavoro vero e proprio, dico bene?
Alzi la mano chi non è incappata -almeno una volta- in qualche notizia di dubbia provenienza o, addirittura, palesemente falsa!
E dai, ammettiamolo, quante volte ci è anche capitato di condividerla?
Ma allora…quali sono le regole d’oro del bonton ai tempi di whatsapp?
Specialmente in un momento come questo come possiamo difenderci, limitando l’esposizione dei nostri poveri occhi e cervelli e non diffondendo le famigerate fake news di cui il mondo dei social è così ben fornito?
Facciamo una chiacchierata su questo argomento, ovviamente…usando un social!

Grazie alla nostra socia Silvia Baudrino che si è resa disponibile per darci qualche semplice indicazione e suggerimento per navigare con maggiore sicurezza e consapevolezza.”
Silvia Baudrino è psicologa e anche vicepresidente e counselor di WHITE DOVE, EVOLUZIONE DEL MASCHILE ONLUS, una struttura associativa che, prima sul territorio genovese, tratta la problematica dell’uomo autore di violenza.

Ci vediamo Martedì 28 aprile alle 18 su Zoom!
A presto   Elena

28 aprile ore 18,00 in collegamento su ZOOM

 

 

Che cosa sono le fake news, dette anche bufale?

 

Qualsiasi notizia inventata, menzognera, priva di qualsivoglia fondamento.
Tale caratteristica distingue le fake news da un’ altra categoria di informazioni che pur essendo corrette da un punto di vista formale non contengono falsità ma, puntando sul sensazionalismo di certi eventi/personaggi, sono più o meno intenzionalmente  formulate in modo incompleto o decontestualizzato in modo da suscitare interesse e orientare scelte individuali in certe direzioni.
I bufalari, ossia coloro che diffondono notizie false, agiscono  per ottenere certi effetti: vantaggi personali, politici, ideologici, economici.

Perché l’ essere umano è naturalmente attirato a credere a qualcosa di irrazionale.
Inoltre c’è la necessità umana di prendere decisioni in modo veloce utilizzando scorciatoie di pensiero quali sono gli stereotipi che assembrano una serie di informazioni.
Queste scorciatoie di pensieri possono provocare errori di giudizio, i bias, fra i quali i bias di conferma che derivano dalla  tendenza dell’ essere umano a cercare la conferma delle proprie opinioni e Facebook  e gli altri Social  offrono ampiamente questa possibilità.
Influisce anche la pressione sociale in quanto l’individuo è pesantemente condizionato da quello che fanno, dicono gli altri.
Circa la possibilità di smontare le bufale anche con argomentazioni scientifiche, studi su questa materia hanno evidenziato che non si ottiene alcun risultato anzi si ottiene il risultato contrario.

Sui social girano messaggi di ogni genere alcuni anche pericolosi  per le truffe che vengono messe in atto.

Inoltre la grandissima quantità di informazioni presente sui social provoca un bombardamento sensoriale che  non permette al cervello di processare tutte le informazioni con la conseguenza che non si è più  in grado di distinguere la qualità di queste. Tale bombardamento provoca anche  un calo di attenzione:  non siamo più in grado di prendere  in considerazione messaggi/video lunghi e i social assecondano questa nostra carenza facendo girare messaggi in forma molto coincisa.

Naturalmente questi aspetti non positivi  che sono stati evidenziati a proposito di Facebook e altri social  coinvolgono anche WhatsApp  che è oggi il sistema di messaggistica più diffuso e più usato a volte in modo compulsivo.

Ecco un quadro dei comportamenti  che è opportuno seguire per il bon ton su WhatsApp.