Durante la Cena di Natale la Presidente aveva comunicato che, a partire dal corrente anno 2019/2020, sarebbero stati organizzati i “Mercoledì della Fidapa”, un’ottima opportunità per conoscerci meglio e, pertanto, poterci ulteriormente arricchire nello stare insieme.
Ogni primo Mercoledì del mese, a partire dal 8 Gennaio, si sarebbe creata l’occasione di condividere qualcosa di noi con le altre Socie, parlare di ciò che ci è più caro, di quelle che sono le nostre personali aspettative e, così, darci reciprocamente l’opportunità di apprezzare ancor più le bellissime Donne che siamo attraverso una più approfondita conoscenza.

 

La location ci è stata gentilmente offerta dalla nostra Vice Presidente Simona Firpo
La riunione, che ha riscosso un grande successo tra tutte le numerose Socie presenti in un clima di amicizia e complicità, ha avuto come protagoniste le socie Laura Fasce e Stefania Rebora che si sono presentate e raccontate a cuore aperto.

Laura ha raccontato la propria soddisfacente e variegata vita di imprenditrice, moglie e mamma e si è guadagnata più di un encomio, specialmente quando ha rivelato di aver conseguito la Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche solo due anni fa! Ha voluto poi sottolineare quanto la sua esperienza come volontaria del “Centro per non subire violenza” la stia facendo sentire parte di un progetto di più ampio respiro in cui, volendo, tutte noi -sia individualmente che come Sezione- possiamo essere coinvolte.

Stefania,  accomunata a Laura da un sentimento di cura e attenzione verso il prossimo, è psicologa e psicoterapeuta; esercita la libera professione in due diversi studi -dislocati in centro città e in Val Polcevera- e collabora con l’INPS in quanto membro della commissione per il rilascio di quella che, comunemente, viene definita “104”.
Stefania ha condiviso con noi il grande entusiasmo che prova per il proprio lavoro che, scelto come obiettivo sin da giovanissima, svolge con passione e spirito di ricerca.

 

Questo secondo mercoledì ha visto protagoniste Silvia Baudrino, Silvana Venturini e Paola Volpi.

Silvia laureata in psicologia, ha quasi terminato un master in criminologia e lavora da otto anni presso “White Dove”. A questo proposito con grande chiarezza  ha spiegato la ragione per cui è così importante dare sostegno a chi ha avuto comportamenti violenti nella propria relazione affettiva, sia come compagno di vita di una donna che come padre: la prevenzione  ed il contrasto alla violenza si possono ottenere solo dando voce  anche  alla sofferenza maschile perché, spesso, dietro ad un uomo maltrattante c’è un’infanzia di privazioni e abusi. Inoltre da tredici lavora presso il “Centro per non subire violenza” dove si occupa della ricollocazione delle donne vittime di violenza nel mondo del lavoro.

Silvana si è rivelata essere una donna davvero brillante e coinvolgente. Ha una laurea in archeologia che, dopo averla fatta lavorare in ufficio per un bel po’ di anni, l’ha spinta ad interessarsi dell’antiquariato e a gestire una attività che l’ha molto divertita e gratificata (ha anche arredato la Sala Bingo dell’ex Hotel Miramare!). Si è poi reinventata importatrice di bijotteria storica americana, viaggiando in lungo e in largo per gli Stati Uniti per quindici anni (da sola!). Nel frattempo ha anche curato il restauro di un rustico sulle alture di  Recco per trasformarlo in agriturismo in cui poter dare  sfogo ad un’altra delle sue passioni: la cucina.
Ha superato con lo spirito battagliero che la contraddistingue un tumore al seno e adesso si dedica al Teatro.

Paola ha una carriera di maestra elementare alle spalle ed è indubbio abbia lasciato ricordi bellissimi ed indelebili nei bambini che ha seguito. Prova ne è anche la vicinanza -di cui lei ci ha parlato commossa- che le hanno mostrato sia gli ex alunni che i loro familiari durante la malattia tumorale che l’ha colpita e che lei ha raccontato ed esorcizzato nel suo libro “Il tempo del melograno”, che oggi è un mezzo che generosamente utilizza per raccogliere fondi per la ricerca.
E’ anche responsabile per le relazioni esterne dell’Associazione per la donna della “Breast Unit” che opera presso l’IST di San Martino ed ogni mercoledì pomeriggio la si può trovare a distribuire parrucche a donne in terapia oncologica o operativa presso la stanza di ascolto.
Paola è un esempio di come si può trasformare il veleno in medicina per l’anima. Il progetto che ha attualmente in corso è la realizzazione di un libro di favole da condividere tra i bambini oncologici la cui protagonista è una piccola ochetta che ha un sacco di disavventure, tra cui un ricovero in ospedale per curare una malattia molto rara… “l’ochite tremens”! E noi non vediamo l’ora di leggerlo!

 

In questo incontro abbiamo avuto l’opportunità di conoscere due socie in fieri che aspettano solo l’investitura ufficiale per potersi orgogliosamente definire fidapine ovvero Laura Cuttica e Caterina Patrocinio e abbiamo potuto apprezzare ulteriormente la nostra socia Simona Vagelli.

La prima a parlarci di sé è stata Laura Cuttica che ha voluto esordire dividendo la sua vita tra i suoi primi e suoi secondi 40 anni. Nella prima parte della sua vita si è dedicata alla famiglia e ha lavorato nella ditta del padre, mentre nella seconda si è dedicata sia a sé stessa, conseguendo una Laurea in Psicologia, una specializzazione in Sessuologia e molte altre competenze, sia al prossimo essendo anche stata, tra le altre cose, Giudice Onorario del Tribunale dei Minori per dieci anni.
E’ una psicoterapeuta e un life coach, ovvero aiuta le persone a trovare la loro strada e, avendo lei stessa impiegato molto tempo ed energie  per  trovare  la  propria,  vuole  essere di supporto a chi non vi riesce o è in difficoltà.

E’ stato poi il momento di Simona Vagelli, livornese -nostra socia dal 2018- il cui unico difetto è quello di lavorare troppo distante da noi per essere partecipe agli eventi FIDAPA quanto sia lei che noi invece vorremmo. Ci ha raccontato dei suoi 18 anni di servizio presso la Polstrada di Genova, e ci ha parlato del lavoro che svolge illustrando gli aspetti meno noti. Certamente gli Agenti di Polizia sorvegliano strade e autostrade, effettuano controlli e rilevano incidenti, ma una grossa parte del loro lavoro è quella di prendersi cura delle “vittime di contorno” ovvero delle persone non direttamente coinvolte in un incidente ma che, inevitabilmente, ne restano traumatizzate e necessitano  pertanto di  sostegno.
Oggi non va più in pattuglia e ricopre un ruolo di grande importanza: quello di coordinatrice di tutte le pattuglie della Toscana; è infatti lei che riceve le telefonate di richiesta di intervento e le smista opportunamente,

L’ultimo intervento è stato quello di Caterina Patrocinio la quale ha voluto sottolineare quanto per lei sia importante nella sua professione di Architetto, così come nel suo ruolo di madre, creare valore per la società. Pratica il buddismo da molti anni e ha trovato in questa religione una guida che l’ha sostenuta nella vita privata e professionale e nel creare e promuovere eventi in cui la figura femminile è stata protagonista, fondando un gruppo di donne Architetti chiamato “L’Architettura è femmina” insieme al quale ha diretto eventi e incontri per le manifestazioni contro la violenza sulle donne oltre che convegni in cui la professione di architetto diventava espressione della femminilità. Si fa anche promotrice della creazione della Commissione Pari Opportunità presso l’ordine degli Architetti.
Per quanto concerne i suoi attuali interessi ed impegni quello principale è sicuramente il ruolo di Assessore del Municipio Centro Ovest con delega al territorio, urbanistica e lavori pubblici insieme al verde pubblico, posizione per la quale si era candidata alle ultime elezioni dopo aver avuto una sorta di illuminazione riguardante la rigenerazione di Sampierdarena, quartiere che le ha dato i natali ed in cui ha vissuto buona parte della vita.
Caterina afferma che desidera davvero fare la propria parte e contribuire a realizzare qualcosa di più di una generica riqualificazione del territorio. Essendosi trovata, dopo la caduta del Ponte Morandi in prima fila nella gestione degli sfollati ed essendo stata nominata coordinatrice dell’osservatorio demolizione ricostruzione e viabilità viadotto Polcevera per i tre municipi coinvolti dal crollo- oggi si dedica allo sviluppo di un progetto che coinvolge a 360° cittadinanza, commercianti, viabilità e, naturalmente, urbanistica e verde pubblico.