Nell’Isola di Maio, arcipelago di Capo Verde, dietro le dune increspate dal vento che batte continuo e inesauribile sulle colossali piante di papaya perse nella sabbia e nel sale, pochi sanno del Tesoro che è celato tra deserto e Oceano.
Molti parlano di bauli sepolti dai fratelli della Filibusta, i Corsari che di questa tana in pieno Atlantico si servivano come rifugio dai cannoni dei galeoni di qualsivoglia esercito, o come ricettacolo di meravigliosi bottini dopo lunghe e sanguinose scorrerie. Così come, di tanto in tanto, si narra di dobloni d’oro che, strappati da navigli inabissati, vengono restituiti dalle onde dell’oceano alle spiagge, territorio di enormi tartarughe marine e uccelli rari.
Questo narrano le cronache e le leggende creole di cui la Storia si è ricordata solo a tratti, senza continuità o sovrane ragioni di popoli e regni. Da questa terra scolpita dal vento e dal fuoco, secondo alcuni, trasse ispirazione per la sua Isola del Tesoro, niente meno che Robert Louis Stevenson.
Ma il Tesoro di Maio non è contenuto in screpolati scrigni sotterrati, né è fatto di gemme o metalli: il Tesoro dei Maiensi è nei disarmanti sorrisi dei bambini nati e cresciuti in quest’Isola: sono sorrisi che evocano amori senza ombre nè condizionali. Sono sorrisi di un’Umanità ancestrale e ricchissima, che riaffiora nei poveri villaggi di quest’Isola perduta nel grande mare.
Chi ha la fortuna di conoscere quei bimbi e quei sorrisi, la luce vivissima di quegli occhi, semplicemente cambia il proprio sguardo sul Mondo. Ed è successo a noi; con questa mostra desideriamo raccontare questo incanto troppo umano, che nulla ha a che fare con semplici empatie o commiserazioni: abbiamo scoperto un altro lato dell’essere umani e, in quest’Isola di onde e dune, ne abbiamo fatto, appunto, Tesoro.
Il Tesoro custodito dai bambini di Maio.