Nell’ambito del progetto nazionale “Le sette perle della Fidapa”, la sezione di Bergamo ha segnalato alle Commissioni di Competenza il CASTELLO DI MALPAGA come località non molto conosciuta ma di importanza storica rilevante e bisognosa di interventi che possano valorizzarla.

  • denominazione: Castello di Malpaga
  •  luogo: Cavernago (BG)
  •  tipologia: Castello Medievale

Origine e cenni storici

datazione: XIV secolo

informazioni storiche rilevanti: Dimora Principesca di Bartolomeo Colleoni e della sua Corte; è al centro di un ampio feudo di 330 ettari ed è circondato da costruzioni che fungevano da abitazioni per la milizia colleonesca. Ospiti del Castello furono Re Cristiano I di Danimarca, Borso d’Este e tutti gli ambasciatori degli Stati e delle Signorie dell’epoca. Alla morte del Colleoni passo’ in eredità al genero Alessandro Martinengo Colleoni e restò di proprietà della famiglia fino al 1888 quando fu acquistato dal Principe Roncalli.

Nel 1924 divenne dimora dei Crespi di Milano ed era centro di una florida azienda agricola in cui operavano e vivevano circa 600 anime. Il Castello dal 1981 è di proprietà della Malaga SPA e così pure la ormai spopolata ‘azienda agricola’.

Descrizione sintetica del sito

caratteristiche generali: Nel ‘700 le campagne intorno al castello erano coltivate soprattutto a gelsi e vitigni ed il territorio era diviso in circa 130 appezzamenti di terreno. Il Castello presenta una torre angolare a nord – est e 3 finte torri. All’interno si trovano affreschi di diversi secoli dal ‘300 al ‘600 ; famosi sono gli affreschi eseguiti dal Romanino nel 1520. Le merlature sono di tipo ghibellino; vengono conservati due ponti levatoi. Per realizzare il Castello vennero utilizzate murature composte da ciottoli di fiume alternati a mattoni.

attuale stato di conservazione: il Castello è agibile se pur bisognoso di restauro, mentre il borgo circostante, testimonianza di grande valore storico economico paesaggistico, necessita con urgenza di interventi strutturali importanti. 

attuale destinazione d’uso: L’azienda agricola sopravvive ancora per l’impegno di due soli dipendenti mentre il Castello è meta di visite guidate e sede di eventi.

contesto ambientale, culturale e tradizioni: Il Castello faceva parte di un efficace sistema difensivo a ridosso di importanti vie di comunicazione come la ‘Via Mercatorum’ che  collegava l’Italia alla Germania. Attualmente si inserisce nel contesto ambientale agricolo dell’alta pianura lombarda.

Ad aumentare il fascino di questo luogo contribuisce la storia privata del Colleoni che, padre di sette figlie femmine,  addestrò all’uso delle armi la figlia piu’ giovane ‘Medea’, facendone una valorosa guerriera che però morì in giovanissima età di tubercolosi. Dal Castello di Malaga è possibile raggiungere tra l’altro altri Castelli colleoneschi e la preziosa ‘Bergamo alta’.

contesto culturale e tradizioni: Di pianta quadrata con 40 metri di lato il Castello ha una grande torre di avvistamento, due ponti levatoi ed un ampio fossato. Logge e soggette interne ed esterne alleggeriscono la struttura del castello; gli affreschi del XIV- XV-XVI illustrano e documentano la vita di Corte.

Possibilità e ipotesi di…

intervento/salvaguardia:  Il Castello ha bisogno di interventi di ristrutturazione delle parti architettoniche e di restauro degli affreschi

sviluppo/fruizione: Il sito è stato chiuso agli eventi negli ultimi 5 anni e solo la pertinacia della nostra socia Giovanna Ravasio ha consentito al Castello ed al borgo di mantenere una qualche vitalità attraverso un progetto, rivolto alle scuole, che prevede una giornata da vivere al Castello. Dopo la visita guidata gli allievi vengono coinvolti in un’attivita’ di laboratorio diversificata secondo i cicli scolastici e dopo la pausa pranzo consumato nel Castello, i ragazzi si cimentano in una rievocazione storica in costume interpretando vari personaggi:ambasciatori, principesse, sovrani e cavalieri secondo un testo opportunamente predisposto su pergamena. Tra fiabe, allegre filastrocche, canti e balli il Castello rivive le sue antiche glorie lasciando nei ragazzi un’ esperienza significativa e stimolante.

Ora che il complesso è stato riaperto (giugno 2005) se ne propone l’uso per cene in costume con menu medievali e rinascimentali allietate da musiche d’epoca nonche’ l’organizzazione di mostre e percorsi per far conoscere anche agli adulti il ciclo di affreschi soprattutto quelli del ‘400 che la nostra Giovanna Ravasio ha studiato e divulgato.

UN POZZO ALLA VENEZIANA NEL CORTILE DI MALPAGA

Fra gli elementi affascinanti che il castello di Malpaga racchiude, vi è l’opera di ingegneria idraulica riguardante la costruzione del “Pozzo alla venerazione” che si trova nel suo cortile e che consentiva, in tempi in cui una rete idrica era ancora allo stato embrionale, l’approvvigionamento di acqua potabile.

Lo studio, recentemente effettuato da chi scrive, tiene conto di una relazione scritta a questo proposito da D. Giuseppe Bianco, ingegnere capo del Municipio di Venezia, all’ing. G. Daigremont, 2 Agosto 1860 (pubblicata nel volume “I pozzi di Venezia” nel 1910, pp. 22-31).

La costruzione del “Pozzo alla veneziana”, di cui la città lagunare porta ancora innumerevoli testimonianze, permetteva all’acqua piovana di depurarsi attraversando un alto strato di sabbia o ghiaia, prima di essere raccolta in una cisterna posta al centro di un cortile a di una piazzetta. La sua progettazione doveva tener conto del rapporto tra il volume della sabbia e quello dell’acqua piovana che si poteva raccogliere. Si procedeva. scavando una grande fossa profonda da 4 a 5 metri per il contenimento della sabbia, a forma di tronco di cono o tronco di piramide rovesciati che occupava gran parte del cortile.

Si procedeva foderando il fondo e le pareti della grande buca con argilla e quindi veniva riempita con sabbia fino all’orlo; il tutto era poi ricoperto dalla pavimentazione del cortile stesso. Contemporaneamente al centro della fossa si provvedeva ad erigere una “canna” circolare (la cisterna vera e propria) in mattoni, dentro la quale affluiva l’acqua già purificata. L’acqua piovana veniva raccolta in uno o più cassoni, foderati in laterizio, posti appena sotto la lastronatura del cortile, distanti dalla ‘canna” alcuni metri, e provvisti di fori di apertura esterni. L’acqua così raccolta defluiva dagli stessi traboccando dalla loro parte alta e, filtrando lentarnente attraverso lo strato di sabbia sottostante, si purificava prima di raggiungere la císterna. Questa, posta al centro, si prolungava verso l’esterno formando la balaustra del pozzo in cui si poteva far scendere il secchio per attingere l’acqua.

Proprio nel cortile “a cielo aperto” del castello di Malpaga vi è uno di questi cassoni per la raccolta dell’acqua posto sulla diagonale del cortile in posizione sud-est. Come quelli dei cortiletti veneziani è profondo circa 80 cm., foderato in laterizio e chiuso ora da una lastra tonda posta, presumibilmente, al momento del rifacimento del cortile avvenuto nel 1881. Ulteriori studi potranno forse rivelarci che Bartolomeo Colleoni, il cui rapporto con Venezia era intensissimo, si era avvalso, per la costruzione del “suo” cortile, di ingegneri di quella città, esperti nella depurazione delle acque.